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CENNI STORICI
Le origini di Arenzano sono legate ad uno stanziamento romano dei
primi secoli dopo Cristo, cioè in epoca tardo imperiale, com'è testimoniato
dal toponimo che risale a una forma abitativa plurale Arentianis con
riferimento a una proprietà posseduta appunto dalla famiglia degli
Arentii.
La storia più remota è difficilmente ricostruibile.
Dopo l'Alto MedioEvo, Arenzano costituì una piccola comunità autonoma
precocemente attratta nell'orbita di Genova.
Le più antiche attività economiche di cui si abbia notizia sono la
marineria e la cantieristica e già nei documenti del sec. XII vengono
riportate notizie relative a galee fabbricate ad Arenzano o possedute
da armatori locali; nel medio evo gli arenzanesi parteciparono attivamente
all'espansione coloniale genovese, e molti di essi figurano tra i
cittadini delle colonie della Corsica, del Mare Nero e del Levante.
Arenzano fu sin dal sec. XII legata amministrativamente alla Podesteria
(poi Capitanato) di Voltri, con la quale condivise le vicende salienti
della storia genovese.
Le scarse notizie d'archivio accennano alla suddivisione del territorio
comunale in due o più circoscrizioni (a secondo del periodo), e ci
informano sulIa partecipazione dei maggiorenti arenzanesi a varie
ambascerie e deputazioni. Intorno al medio evo Arenzano era divisa
in due parti: Arenzano "sottana" e Arenzano "soprana". Arenzano: "sottana"
era la parte bassa, fra il mare e la collina.
Dalla parte "sottana" si saliva alla parte "soprana" rappresentata
dalla zona di Terralba. La località prendeva il nome da Terra-Alba
(terra bianca) per la presenza di giacimenti di tufo affioranti a
poca profondità. Tra medio evo ed età moderna gli arenzanesi furono
essenzialmente un popolo di contadini e uomini di mare, con una certa
propensione al brigantaggio e alla pirateria, sicuramente imposti
dalle dure condizioni di vita.
All'inizio del '500 il Giustiniani segnala l'esistenza di 250 fuochi
(nuclei familiari) e lo sviluppo dell'attità cantieristica. Nel '600,
malgrado le pestilenze e le incursioni barbariche che indussero le
autorità genovesi a dotare il borgo di fortificazioni (soprattutto
nel sito dell'attuale Piazza Mazzini e sulla Punta del Pizzo), la
popolazione ebbe un certo incremento, per superare le 3000 unità alla
fine del sec. XIII, quando il Vinzoni testimonia la sostanziale fedeltà
degli arenzanesi alle tradizionali attività economiche.
Durante la guerra del 1746-47 si verificarono alcuni episodi che ebbero
per protagonista il leggendario Capitan Romeo, un corsaro arenzanese
che collaborò con igenovesi e con i francesi-ispanici nella guerra
marittima contro gli anglo-austro-piemontesi. I rivolgimenti di fine
secolo provocheranno un certo decremento demografico (2276 abitanti
nel 1812), ma nel sec. XIX, dopo l'occupazione piemontese si verificò
una certa ripresa legata al forte sviluppo dell'attività cantieristica
e di altre industrie come le cartiere, le fornaci e le filande: ciò
non impedì peraltro una forte emigrazione verso l'America e verso
il Ponente ligure (zona di Albenga), dovuta in parte alle dure condizioni
di vita dei contadini, provocate dai proprietari terrieri. In questo
contesto si colloca la sommossa avvenuta nel 1900, legata ad un progetto
di sfruttamento esterno delle risorse idriche locali.
Al primo dopoguerra risale soprattutto lo sviluppo dell'attività turistica
favorita tra l'altro dalla crisi dell'attività cantieristica, che
porterà ad un impiego del litorale a scopi quasi esclusivamente balnerari.
Oggi Arenzano è centro residenziale sempre più attratto nell'orbita
metropolitana di Genova, anche se l'attività turistica continua ad
essere importante, grazie all'abbondanza delle strutture ricettive
ed alla presenza tra gli altri servizi, di un porticciolo.
Tratto da:
"Le radici di Arenzano" di Fiorenzo Toso ed "Arenzano"
di Giuseppe Delfino