Il Repertorio Gregoriano |
Grande importanza riveste il canto gregoriano nel repertorio della nostra corale. Esso è il canto proprio della Liturgia Latina. “La Chiesa riconosce il canto Gregoriano come proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale.” (Costituzione Conciliare Sacrosantum Concilium, cap. VI – 116). Consci dell’importanza data dal Concilio Ecumenico Vaticano II al Canto Gregoriano all’interno del grande e doveroso rinnovamento liturgico, ci siamo fatti partecipi, nella nostra umiltà, alla riscoperta di questo millenario repertorio, che dai primi secoli del Cristianesimo accompagna ancor oggi la preghiera della Chiesa di Dio. Pertanto, seguendo la tradizione musicale della nostra parrocchia, ci siamo fatti portatori del pensiero del parroco (dal 1952 al 1978) don Antonio Robello. Grande uomo di cultura, oltre che di fede, incoraggiò il canto corale e gregoriano negli anni antecedenti il Concilio, consapevole del fatto che solo attraverso un repertorio musicale degno, l’assemblea dei fedeli potesse diventare una sola voce nel canto dei Divini Misteri. Di prima persona egli insegnò ai giovani ed ai meno giovani la musica, componendo egli stesso canti liturgici, trascrivendo i corali di J. S. Bach in italiano e dando ad essi nuova vita grazie a testi da lui stesso composti, veri capolavori di poesia, ancor oggi in uso nella nostra parrocchia. Ma soprattutto fece conoscere ai fedeli di Cogoleto il canto Gregoriano, sino ad allora messo nel dimenticatoio. Ancor oggi moltissimi parrocchiani ricordano a memoria messe gregoriane, anche molto complesse dal punto di vista musicale (come la Messa XII Pater Cuncta) proprio perché insegnate al tempo da questa grande figura di sacerdote. Sulla scia di questo grande rinnovamento culturale e spirituale, in cui gli stessi fedeli sono chiamati a prendere parte al canto di questo magnifico repertorio di brani, la corale S. Maria si è fatta partecipe della salvaguardia di questo tesoro nascosto della nostra comunità. All’interno del nostro repertorio gregoriano trovano posto i brani qui sotto elencati, che vengono da noi eseguiti durante l’Anno Liturgico nella nostra Parrocchia: Messe Gregoriane: la Messa I (Lux et origo) la Messa VIII (De Angelis) la Messa XI (Orbis factor) la Messa XII (Pater cuncta) la Messa XVI, che con il Gloria XV, il Sanctus XIII ed l’Agnus Dei II “ad libitum” diventa la Missa brevis cantata ogni domenica (insieme all’antifona Asperges me all’aspersione dell’acqua benedetta). La Messa XVIII (Deus Genitor alme) per l’Avvento e la Quaresima Il Credo I e III Il Kyrie III ad libitum con il Tropo Rector cosmi pie Le risposte al celebrante in canto Gregoriano della Liturgia di Paolo VI La Messa dei Defunti Gregoriana comprendente l’Introito Requiem Aeternam con relativo salmo, il Kyrie, il Graduale in tono 2° o il Salmo Responsoriale Apud Dominum Misericordiam, l’Offertorio Domine Jesu Chrisrte, il Communio Lux Aeterna, le antifone alle Esequie In Paradisum ed Ego sum ressurectio et vita. Il Vespro della Domenica ed il Vespro della Santissima Trinità in Gregoriano e secondo i dettami del Concilio Vaticano II La Compieta della Domenica, anch’esso in Gregoriano secondo l’attuale Liturgia Horarum Per quanto riguarda il Proprio del Tempo: Per il Giorno di Tutti i Santi l’Introito Gaudeamus omnes in Domino. Per la Solennità della Immacolata Concezione di Maria Sempre Vergine l’Introito Gaudens Gaudebo el’Antifona al Cantico di Simeone Tota Pulchra es Maria dal Graduale Simplex. Per il Santo Natale: nella Missa in nocte l’Itroito Dominus dixit ad Me, il Communio In Splendoribus Sanctorum; nella Missa in Die l’Introito Puer natus est nobis, l’Alleluia Dies Santificatus, il communio Viderunt Omnes. Per l’Epifania del Signore l’Introito Ecce advenit e l’Alleluia Vidimus stellam. Per la Domenica delle Palme l’Inno introitale Gloria laus, le due Antifone Pueri Hebraeorum ed il Responsorio Graduale Christus factus est. Per la liturgia del Giovedì Santo in Coena Domini l’Introito Nos Autem, alla lavanda dei piedi le antifone Mandatum Novum e In hoc cognoscent omnes, per l’offertorio l’Antifona Ubi caritas, alla reposizione del Santissimo Sacramento l’Inno Pange lingua, da noi conosciuto anche nella forma ambrosiana. Per la Liturgia del Venerdì Santo In Passione Domini, alla liturgia della parola il già sopra citato Responsorio Graduale Christus factus est, all’Adorazione della Santa Croce l’invitatorio Ecce Lignum Crucis e l’intera gamma dei canti da farsi durante l’adorazione della Croce: l’Antifona Crucem tuam, gli improperii Popule meus e l’Inno alla Croce di Venanzio Fortunato Crux fidelis. Per la Vigilia Pasquale l’Alleluia Confitemini Domino, le Litanie dei Santi, l’antifona Vidi Aquam ed il conclusivo Ite Missa est, Alleluia, Alleluia. Per la Messa del Giorno di Pasqua l’Introito Resurrexi, il Responsorio Graduale Haec dies, l’Alleluia Pascha nostrum e la sequenza Victimae Paschali Laudes. Per il Giorno dell’Ascensione l’Introito Viri Galilei. Per la Domenica di Pentecoste l’Introito Spiritus Domini, i due Alleluia nella sola forma senza versetto e la Sequenza Veni Sante Spiritus. Per la Solennità di San Lorenzo martire, patrono di Cogoleto, l’Introito Confessio et pulchritudo e l’Alleluia Levita Laurentius. Per la Natività della Beata Vergine Maria, cui è intitolata la nostra parrocchia l’Introito Salve Sancta Parens e dal comune delle feste della Vergine Maria l’Offertorio Ave Maria Gratia plena. Altri brani Gregoriani Altri brani gregoriani, seppur alieni al repertorio formato dai brani del Proprio e dell’Ordinario, sono stati da noi studiati e diverse volte eseguiti, in meditazioni, concerti o convegni. Un esempio è l’antico tropo Quem quaeritis Pastores che funge da introduzione all’introito del Giorno di Natale Puer natus est. I tropi sono delle aggiunte ai testi liturgici che, a partire dall’VIII secolo, ampliano ed esemplificano il significato di quella preghiera. Nati dapprima per arricchire i canti dell’Ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Santus ed Agnus Dei), hanno poi via, via interessato quasi tutto il repertorio della Messa e dell’Ufficio. Il Quem quaeritis Pastores ne è un tipico esempio. Esso introduce il canto dell’Introito del Giorno di Natale, il Puer natus est, appunto, che, cantato nel modo VII gregoriano, esprime tutta la gioia del grande dono che il Signore ci ha fatto: “un bambino ci è nato, un figlio ci è stato donato”. L’introduzione, composta da un intenso dialogo tra le pie donne ed i pastori “Che cosa cercate nella mangiatoia, ditelo o pastori?Il Signore e Salvatore Gesù Cristo, un pargolo avvolto tra fasce secondo la parola dell’Angelo”, si trasforma in vera e propria rappresentazione teatrale quando, citando le parole del profeta Isaia (è infatti tratto dagli suoi scritti l’introito di Natale), è lo stesso profeta ad intervenire, sotto forma di voce solista: “. . . è qui il piccino con Maria, sua madre, a proposito del quale il profeta Isaia da tempo aveva predetto: (Isaia) Ecco, una vergine concepirà e partorirà un figlio . . .” Il serrato dialogo continua sino alla grande presa di coscienza sottolineata dal duplice Alleluia, cantato da tutti con esultanza, che introduce il Puer natus est rappresentante l’apice della gioia di tutti i fedeli: “Alleluia, alleluia. Adesso sappiamo bene che Cristo è nato in terra pensando a lui cantate tutti e dite con il profeta Isaia: un bambino ci è nato . . . ecc.” Nella nostra parrocchia è uso cantare, durante il tempo d’avvento, l’invocazione Rorate coeli. Essa è una salmodia responsoriale, un tempo usata per le Rogazioni. Il ritornello, ripetuto dopo ogni strofa, esprime con straordinaria semplicità e dolcezza, il desiderio di purificazione e di attesa: Rorate coeli dèsuper, et nubes pluant iustum – dall’alto cada, o cieli, la vostra rugiada e, come dalle nubi la pioggia, scenda il Giusto fra noi. Le prime tre strofe rappresentano in modo crudo l’afflizione del popolo di Dio …non adirarti, o Signore, non ricordare più le nostre colpe … abbiamo peccato e le colpe ci hanno reso immondi …e la trepidante attesa per l’arrivo del Salvatore … guarda l’afflizione de tuo popolo, e manda colui che stai per inviarci. Non poteva mancare il misericordioso intervento dell’Altissimo, che con paterno amore, rassicura il proprio gregge disperso: Consolati, consolati, o popolo mio, presto verrà la tua salvezza: perché ti consumi nella tristezza? Ti salverò, non temere, perché io sono il Signore Dio tuo, il tuo redentore. Il corrispettivo del Rorate coeli durante il tempo di quaresima è l’Attende Domine, anch’esso una salmodia responsoriale ricca di pathos. Al ritornello Attende Domine et miserere quia peccavimus tibi (Ascolta Signore ed abbi pietà, poiché contro di te abbiamo peccato), si alternano le strofe che imprimono con il loro testo pieno di partecipazione commossa, la richiesta di perdono, al fine di poter degnamente giungere alla gioia pasquale. Durante il tempo di Natale è cantato, con la partecipazione dei fedeli, il Puer natus in Bethleem, canto processionale del XIV secolo, che, anche se di fatto fuori dal repertorio Gregoriano, esprime con la gioia dei duplici alleluia scanditi dopo ogni frase delle varie strofe il sentimento di gaudio che pervade il mondo intero alla notizia della nascita del pargolo nella povera mangiatoia. Il ritornello In cordis Jubilo, Christum natum adoremus, cum novo cantico (Nel giubilo del cuore adoriamo Cristo bambino, con un nuovo cantico) sottolinea il senso di gioia che allieta i nostri cuori. Le strofe, lette una di seguito all’altra, descrivono in modo stupendo il mistero dell’incarnazione del Verbo, dall’Assunzione all’Epifania di Nostro Signore. Fanno invece pare del repertorio del tempo di Pasqua i mottetti Alleluia, lapis revolutus est ed Alleluia, o filii et filiae. Come invocazione alla pace è da noi intonata l’antifona Da Pacem Domine. Le antifone mariane secondo i tempi dell’anno liturgico, le antifone Ave Maria e Sub tuum praesidium, insieme all’inno Ave Maris Stella, rappresentano il corpus delle preghiere, che i fedeli di Cogoleto cantano alla Vergine, alla cui Natività, ricordiamo, è intitolata la nostra parrocchia. La suddivisione delle prime quattro antifone, ricalca i tempi dell’anno liturgico: Alma redemptoris mater, dal sabato della prima Domenica d’Avvento alla Purificazione, Ave Regina caelorum dalla Purificazione alle Ceneri, il Regina Caeli, dal Sabato Santo alla Pentecoste, dai primi vespri della S.S. Trinità alla vigilia della prima Domenica d’Avvento. Queste quattro invocazioni riflettono, con dolcezza ed amore i tempi e le festività cui si riferiscono. L’antifona Sub tuun praesidium esemplifica con la dolcezza delle sue frasi musicali il conforto ed il rifugio che la Vergine rappresenta per noi cristiani. Nulla ci può accadere se ci affidiamo a lei. Salve festa dies. Canto processionale pasquale di Venanzio Fortunato (+ 606), esprime con tutta la sua semplicità l’esplosione di gioia della Resurrezione. Salve o giorno di festa, … questo “giorno unico”, questo “Haec Dies” che sarà il leit-motiv di tutta la liturgia pasquale … (Dom Joseph Gajard). Durante la Novena di San Lorenzo è uso cantare l’antico inno Dat Martyri Laurentio (forse del IV secolo), cantato sulla melodia del Jesu Dulcis Memoria. |