* Sulle Rotte di Cristoforo Colombo *
 

Cogoleto

La Casa Natale

 

Casella di testo: Statue nel Mondo
 

Genova

Casella di testo: personaggi

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Cristoforo Colombo

Nato a Cogoleto nel 1451, Colombo viaggiò dapprima per scopi solo commerciali in Spagna, Portogallo, all'isola di Madera per imbarcare zucchero. Aveva quasi quarant'anni quando si accorse, attraverso la lettura di libri di scienza e viaggi, di avere la passione del mare e si convinse che " la via d'Occidente portava anch'essa alle Indie". Anche se ancora non era provato che la terra fosse rotonda, egli ne era certo. Puntando quindi verso occidente, necessariamente avrebbe dovuto sbarcare nelle terre asiatiche. Dalle coste della Spagna, dove si trovava, davanti ai suoi occhi si apriva l'immensa distesa dell'oceano: si trattava solo di percorrerlo, sfidando un elemento per lui naturale.

 

 

Barcellona

 

Buenos Aires

 

Madrid

 

Santo Domingo

 

New York

 

Città del Messico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Egli dovette affrontare difficoltà per convincere qualcuno ad appoggiare e finanziare il suo piano e finalmente i reali di Spagna gli diedero fiducia e lo aiutarono nell'impresa che ai più sembrava folle. Nel 1492 tre piccole navi, le caravelle, furono allestite nel porto di Palos; la Santa Maria, la Pinta,e la Nina. Colombo sulla prima il 3 agosto con 120 uomini di equipaggio, avventurandosi nell'immenso Oceano Atlantico mai attraversato da nessuno. La più grande avventura di ogni tempo era iniziata. La traversata dell'Atlantico durò oltre due mesi, tra il malcontento degli uomini dell'equipaggio a cui Colombo spesso doveva nascondere la reale distanza compiuta per non scoraggiarli. Il 12 ottobre, il passaggio di uccelli migratori precedette, tra il giubilo generale, l'avvistamento della prima isola. Una piccola isola dell'arcipelago Bahama, nell'America centrale, detta Guanahani e ribattezzata da Colombo San Salvador. Colombo era sicuro di essere giunto in Asia, nelle terre descritte da Marco Polo; proseguendo egli scoprì le grandi isole di Cuba e di Haiti, e nella sua convinzione, chiamò queste terre " Indie Occidentali" e gli abitanti "indiani". Ad Haiti costruì una fortezza, lasciò un piccolo contingente di uomini, quindi riprese  il mare per ritornare in Europa. Nel marzo 1493, dopo una traversata altrettanto avventurosa, ma sostenuta dall'entusiasmo della " scoperta", Colombo approdò a Palos tra l'incredulità degli Spagnoli e di tutti coloro che avevano osteggiato il suo progetto. Certo pochi avrebbero prestato fede al racconto suo e dei suoi uomini se Colombo non avesse portato con sé indiscutibili testimonianze; un carico di prodotti strani e dieci indigeni. Aveva senz'altro raggiunto terre sconosciute, ma quanto aveva portato lasciò delusi i sovrani, che si aspettavano da quel viaggio qualcosa di più prezioso. Nel giro di pochi anni tra il 1493 e il 1500, altre quattro spedizioni seguirono la prima. Tra queste, la più importante fu la seconda, partita da Cadice e fornita di 170 persone che avevano il compito di iniziare la colonizzazione dei nuovi territori per i reali di Spagna: vennero scoperte le isole Antille e la costa nord dell'America meridionale alle foci dell'Orinoco. Qui, a causa di ribellioni, che da tempo avvenivano nelle terre appena colonizzate, un inviato del re arrestò Colombo e lo portò prigioniero in Spagna, ma fu presto liberato. Nel 1504 si stabilì in Spagna e vi trovò un ambiente ostile; la regina, sua protettrice, era morta; il re e la corte non comprendevano l'importanza delle sue scoperte, né accettarono il suo "Memorial des Agravios", un lungo memoriale sui torti ricevuti. Morì a Valladolid il 20 maggio 1506, quasi povero. Venne sepolto inizialmente nella chiesa di Valladolid, ma i suoi resti furono quindi inumati nella cripta di un monastero a Siviglia, dove venne poi sepolto anche suo figlio Diego Colombo, ma pressoché subito posti nella cattedrale della stessa Siviglia. Successivamente i loro resti, per espresso desiderio del grande ammiraglio in un codicillo testamentario segreto, di cui non c’è chiara traccia, nel 1544 sarebbero stati traslati nell’isola Hispaniola, già dai cartografi coloniali denominata come "isola di Santo Domingo". Ufficialmente si disse però che a essere traslati erano stati i resti del solo Diego. Nel 1877 il Nunzio Apostolico in Santo Domingo, durante alcuni lavori per la cattedrale, scoprì una cripta, evidentemente nascosta, dove vi erano oltre ai resti di Don Luis Colon, il nipote, una cassa di piombo, con dei resti umani; vi era una scritta che attribuiva questi resti al Primer Almirante y Virrey de las Indias, Don Cristobal Colon. Oggi quei resti sono stati trasportati ancora una volta e riposano al faro di Colon, voluto dal governo dominicano a perenne ricordo dello scopritore.  Il suo grande merito rimane quello di aver compiuto un viaggio di scoperta verso una meta che era solo un'intuizione, un'impresa quasi irrealizzabile con i mezzi del tempo.

Mosca

 

Rapallo

Panama

Pittsburgh

Chicago

 

Tomba a Siviglia

 

Tomba a Santo Domingo

 

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La disputa sulla "vera" tomba di Cristoforo Colombo

 

Quando nel 1795 la Spagna si stava apprestando a consegnare l’isola alla Francia, i resti dei due Colombo furono portati dagli spagnoli all’Avana, dove rimasero sino al 1898. Con la vittoria degli Stati Uniti nella guerra ispano-americana, gli stessi spagnoli li trasferirono a Santo Domingo: le cui autorità peraltro, già nel 1877, avevano rivelato d’avere scoperto nella cattedrale una cassa con frammenti d’ossa e l’iscrizione: “Illustre Don Cristobal Colón” e sostennero che gli spagnoli si erano sbagliati e avevano portato all’Avana solamente i resti del figlio Diego. La Spagna da parte sua ha sempre definito risibili tali diatribe, affermando che i resti del grande navigatore sono sempre rimasti nella cattedrale di Siviglia. E oggi, per iniziativa del governo dominicano, i presunti resti di Cristoforo Colombo sono stati esumati per essere sottoposti ad analisi genetiche sul DNA, che dovrebbero risolvere quest’antica disputa.

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Il 1° Viaggio

 

la Nina

 

La Pinta

 

La Santa Maria

 

Sul fondo dell'Oceano

dove calò l'Ancora

 

Lo Sbarco

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Primo viaggio per le Americhe

La partenza avvenne il 3 agosto 1492 da Palos de la Frontera con un equipaggio complessivo di 120 uomini. Dopo uno scalo di circa un mese nelle Isole Canarie, a La Gomera, per rifornimenti e modifiche alla velatura, le tre navi ripresero il largo il 6 settembre. Spinte dagli alisei, i cui effetti Colombo dimostrò di intuire straordinariamente, uniformando al loro alitare la propria rotta, le caravelle navigarono per un mese senza che i marinai riuscissero a scorgere alcuna terra. Gli uomini dell'equipaggio avevano iniziato a preoccuparsi già pochi giorni dopo la partenza, temendo che il soffiare incessante dei venti verso ovest avrebbe reso impossibile il ritorno. Il 16 settembre le caravelle entrarono nel Mar dei Sargassi, e Colombo approfittò della evidenza di alghe affioranti sul pelo dell'acqua, un fenomeno caratteristico di questo mare, per sostenere che tali vegetali erano sicuramente indizi dell'esistenza di terre vicine (cosa in realtà non vera), e quindi tranquillizzare temporaneamente i suoi uomini. Col trascorrere dei giorni la tensione a bordo delle caravelle cresceva. Il 7 ottobre Colombo decise di virare verso sud-ovest, avendo visto alcuni uccelli dirigersi verso quella direzione. Ma il 10 ottobre scoppiò un ammutinamento: l'equipaggio intimò al comandante di virare immediatamente verso est, e tornare indietro. Colombo, forte delle sue conoscenze nautiche e dello studio della rotta che aveva compiuto nel corso del viaggio, ottenne un accordo: se entro tre giorni le vedette non avessero scorto alcuna terra, le caravelle sarebbero tornate indietro. L'11 ottobre un marinaio pescò in mare un fiore fresco; oramai si scorgevano di frequente ramoscelli e vegetali e soltanto la vicinanza di una terra emersa poteva giustificare questi ritrovamenti. La notte dell'11 ottobre - come poi riportò sul libro di bordo - Colombo si disse convinto d'avere intravisto nel buio, in lontananza, una luce, «como una candelilla que se levava y se adelantaba» (come una piccola candela che si levava e si agitava). Finalmente, alle due di notte del venerdì, 12 ottobre 1492, Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, avvistò la terra. Colombo decise di attendere il giorno; in questo modo le caravelle riuscirono a trovare un varco nella barriera corallina e a gettare l'ancora senza incidenti. All'alba Colombo sbarcò su un'isola, chiamata Guanahani dagli indigeni, che egli battezzò San Salvador.

L'esplorazione dell'isola non diede i risultati sperati, in quanto Colombo non trovò le ricchezze descritte da Marco Polo. Ripreso il mare, la sua spedizione esplorò la costa nord-orientale di Cuba.La sera del 27 ottobre 1492, le caravelle di Colombo arrivano alla fonda di Cayo Bariay a Cuba, nell'attuale provincia di Holguín, il giorno successivo inviò il suo ammiraglio ad esplorare la terraferma. Successivamente esplorò quella settentrionale di Haiti, raggiunta il 5 dicembre e la chiamò Hispaniola. Qui la Santa Maria urtò uno scoglio e dovette essere abbandonata. Colombo fece costruire un forte, La Navidad, dove lasciò parte dell'equipaggio. Il 2 gennaio 1493 Colombo riprese la rotta verso l'Europa. Dopo che una tempesta lo costrinse ad attraccare alle Azzorre, sull'isola di Santa Maria, dove i governatori locali cercarono inizialmente di trattenerlo con la forza. Riuscito a ripartire, Colombo arrivò a Restelo, nei pressi di Lisbona il 4 marzo. Colombo fu accolto come un eroe dai sovrani, che lo sollecitarono ad intraprendere un altro viaggio: la regina di Castiglia ed il re di Aragona credevano che egli fosse stato in Giappone.

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Il 2° Viaggio

 

L'Avvistamento

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Secondo viaggio

L'ammiraglio Colombo salpò per il suo secondo viaggio da Cadice il 25 settembre con 17 navi ed un equipaggio di circa 1200 uomini, tra i quali vi erano il figlio Diego, il fratello Giacomo e l'amico Michele da Cuneo, savonese, che ci ha lasciato un'importante relazione. Il 3 novembre la flotta raggiunse Dominica e veleggiò tra le piccole e le grandi Antille. Il 19 arrivarono a Porto Rico ed il 22 dello stesso mese Colombo tornò ad Hispaniola, dove scoprì che gli uomini dell'equipaggio che aveva lasciato erano stati uccisi. Dopo aver fondato un nuovo avamposto, Isabella, Colombo trascorse alcuni mesi nell'esplorazione dell'entroterra alla ricerca di oro. Poi nel 1494 lasciò Hispaniola e il 30 aprile giunse a Cuba e pochi giorni dopo in Giamaica. Tornato ad Hispaniola, Colombo, dopo aver inviato una nave carica di indigeni in Spagna, costrinse i nativi rimasti a cercare l'oro. Alla fine del 1495 Colombo ripartì alla volta della Spagna, che raggiunse nella primavera del 1496.

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Il 3° Viaggio

 

La Partenza

 

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Terzo viaggio

Dopo due anni trascorsi in Castiglia a convincere i reali della necessità di una nuova spedizione e a reperire la somma necessaria per il viaggio, Colombo riuscì ad armare 6 navi, con un equipaggio di circa 300 marinai. La flotta, partita il 30 maggio 1498, si diresse verso le isole di Capo Verde e di lì raggiunse Trinidad, il 31 luglio. Nell'agosto dello stesso anno Colombo esplorò il Golfo di Paria ed il delta dell'Orinoco. In questo terzo viaggio Colombo scoprì il continente americano vero e proprio, quando avvistò le coste orientali dell'attuale Venezuela nel Golfo di Paria (che battezzò "Golfo de la Ballena"). Tornato a Santo Domingo, Colombo dovette fare i conti con i coloni in rivolta e gli indigeni decimati dalle malattie e dai lavori forzati. I sovrani cattolici, avvertiti dai reduci dei disordini sull'isola, inviarono nel 1500 Francisco de Bobadilla, per far luce sull'accaduto. Questi, resosi conto della situazione, arrestò Colombo ed i fratelli e li ricondusse in patria. All'arrivo Isabella la Cattolica fece liberare Colombo, che però dovette rinunciare al titolo di viceré.

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Il 4° Viaggio

 

Ritratto di

S. Del Piombo

 

Ritratto di Giove

 

Ritratto del Ghirlandaio

 

Ritratto Anonimo

 

 

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Quarto viaggio

Nonostante tutto, i reali concessero a Colombo d'intraprendere un quarto viaggio, accompagnato dal fratello Bartolomeo e dal figlio tredicenne Fernando. Le quattro navi, salpate da Cadice il 9 maggio 1502, arrivarono a Santo Domingo il 29 giugno. Qui il governatore vietò a Colombo l'attracco delle sue caravelle ed egli dopo essersi rifugiato in una baia vicino dove le navi restarono a galla nonostante una tempesta tropicale, ripartì verso l'America centrale continentale al fine di trovare il passaggio per le indie. La città del governatore era stata nel frattempo duramente colpita dalla tempesta tropicale che aveva affondato tutte le navi del governatore ad eccezione di una e aveva ucciso 500 coloni (forse si trattava di un uragano). Tra il luglio e l'ottobre di quell'anno Colombo costeggiò l'Honduras, il Nicaragua e la Costa Rica. Il 16 ottobre arrivò a Panama, dove si fermò per l'inverno. Qui fondò con 80 uomini una colonia, presso il Rio Belen che però fu abbandonata a causa dell'ostilità degli indigeni. Gli indigeni locali infatti erano abituati a combattere e impugnavano mazze in durissimo legno di palma con le quali in uno scontro uccisero uno spagnolo e ne ferirono altri sette. Il 15 aprile 1503 Colombo ripartì per Hispaniola, scoprì le Isole Cayman e le battezzò Las Tortugas a causa delle numerose tartarughe marine che vi erano presenti, ma durante il viaggio gli scafi furono attaccati da dei parassiti comuni in queste acque caraibiche che indebolirono la struttura delle tre navi rimaste e li costrinsero a naufragare sulla costa settentrionale della Giamaica. Le navi infatti avevano imbarcato acqua e la spedizione era giunta in Giamaica solo svuotandolo con le pompe ed i secchi di bordo. Poco dopo l'arrivo le navi affondarono. Colombo rimase sull'isola per circa un anno, aspettando i soccorsi richiesti tramite un capitano (l'unico che si offrì di percorrere i 160 km) diretto in canoa con due indigeni (di cui uno morì per un colpo di caldo durante il viaggio e fu gettato in acqua) verso Hispaniola dal governatore di Santo Domingo. Arrivò nell'attuale Haiti cinque giorni dopo, ma all'inizio il governatore non aiutò subito Colombo di cui era acerrimo nemico e anzi lo derise mandando una nave e facendola tornare indietro. Nel frattempo metà della ciurma si era ammutinata guidata da due fratelli e aveva rovinato i rapporti con gli indigeni giamaicani che si rifiutarono di consegnare a Colombo cibo. La fazione di Colombo allora ingaggiò un combattimento contro gli ammutinati uccidendo tutti meno che i due fratelli. Colombo riuscì poco dopo a prevedere un'eclissi lunare e mandò quindi a chiamare gli indigeni sostenendo che il suo dio era in collera con loro e avrebbe oscurato il cielo. La sera la luna divenne rossa e il giorno dopo gli indigeni ripresero a dare da mangiare ai superstiti. Il 29 giugno 1504 la nave concessagli arrivò e con essa Colombo e i 110 uomini sopravvissuti (su 140) salparono per Santo Domingo dove la maggior parte dei suoi uomini troppo esausti per attraversare l'Oceano Atlantico si fermò. Colombo dopo aver aspettato alcuni mesi prese con il figlio Fernando una nave diretta in Spagna, pagandosi di tasca propria il viaggio. Arrivò in Spagna il 7 novembre

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